Verolanuova, Casa Albergo Anziani, 28 ottobre 1993

 Grazie Signore!

 “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?” Salmo 42, 2-3.

 Nonostante i miei tanti peccati mi sento pienamente perdonato dal Signore, grande nell’amore e ricco di misericordia.

Nel tempo che ancora la bontà del Signore mi concede, affido a Lui tutto me stesso, con il desiderio di entrare nell’umiltà, nella semplicità e nella lode, nello Spirito della chiesa, reso concreto nel cammino neocatecumenale in piena e gioiosa adesione alla volontà di Dio Padre.

Ho cercato di credere e accettare l’amore di Dio in tutta la storia della mia vita e nella vita di tante persone incontrate nel ministero sacerdotale.

Signore, perdona tante mie lacune, la mia limitatezza, la mia debolezza, il bene che non ho fatto, il male che ho fatto, il bene che ho fatto male, i miei compromessi, la mia incapacità a guidare il gregge che mi hai affidato.

Signore, ti ho amato troppo poco, quando non ho accettato la croce. Ho amato troppo poco, sono stato un pastore egoista, superbo, orgoglioso. Qualche volta ho sfruttato il gregge non dando gloria a te, Signore.

Ti chiedo perdono Signore.

Chiedo perdono anche a tutti coloro verso i quali non ho compiuto pienamente il mio dovere di sacerdote e a tutti coloro che avessi scandalizzato con i miei peccati.

Ringrazio il Signore che mi ha anche preservato nella sua bontà da tanti peccati. Non ho voluto male a nessuno, non ho fatto niente contro qualcuno, non ho mai conservato risentimento, anche se il mio carattere mi ha spinto qualche volta ad essere duro e ostinato al fine di eseguire qualche opera più materiale che spirituale.

La responsabilità per me è sempre stata gravosa, forse per la mia debolezza e per la mia incapacità.

Ringrazio però con cuore riconoscente il Signore per il dono del Sacerdozio, per il ministero esercitato a Gavardo, a Verolavecchia, a Verolanuova e a Gottolengo:tutto è stato dono del suo amore e della sua misericordia.

Ringrazio particolarmente il Signore per avermi fatto incontrare il “Cammino Neocatecumenale” che mi ha avvicinato di più al Signore, Amore e Misericordia, e ha fatto con me, nonostante i miei macelli, disastri e peccati, la sua storia di salvezza. Il “Cammino” mi ha aiutato a scoprire sempre di più Dio Amore, mi ha aiutato a comprendere e ad amare di più la Beata Vergine Maria, madre di Gesù e madre nostra, immagine della Chiesa e del cristiano. Mi ha aiutato ad amare di più la Chiesa come Madre e mi ha fatto capire l’importanza della comunione con il Papa, con il Vescovo, con il Presbiterio. Per questo, con profondo sentimento di riconoscenza professo la mia intima comunione e il mio profondo amore con il Papa, il Vescovo e con tutti i confratelli nel sacerdozio.

Pure il “Cammino” mi ha fatto incontrare una Chiesa viva, giovane sempre in cammino di conversione e di fede.

Così il mio sacerdozio non è andato in pensione, ma continuamente si rinnova seguendo le comunità neocatecumenali, grazie Signore!

Porto in me tanta riconoscenza per la mia famiglia, il papà e la mamma che con la vita mi hanno dato una buona educazione cristiana. La mia vocazione al sacerdozio, dono del Signore, è certamente maturata nel cuore e nella preghiera di mia madre. Ringrazio tanto i miei fratelli e le mie sorelle (tutte in cielo) per il grande aiuto materiale e spirituale che mi hanno sempre offerto con generosità. A loro unisco con ricordo affettuoso la mia cognata, la zia e i miei nipoti. Essi sanno che non ho mai accantonato soldi. Il denaro che la generosità dei buoni fedeli, sia di  Gavardo che di Verolavecchia, ha posto nelle mie mani è tutto passato alle opere parrocchiali. Il Signore perdoni la mia superbia e il mio orgoglio. Chiedo a tutti preghiera, perdonato e purificato dalla misericordia del Signore, possa essere accolto nella casa del Padre, segno di vita eterna.

Signore, fa che io sia sempre pronto a incontrarti: non manchi mai l’olio della fede e dell’amore alla mia lampada. Nelle tue mani affido il mio spirito. Sia fatta sempre non la mia ma la tua volontà. Al mio funerale non vorrei tristezza. La morte abbatte il muro tra questa vita e la vita eterna e introduce alla presenza di Dio per contemplarlo faccia a faccia. E’ incontro con lo Sposo per le nozze eterne. E’ la Pasqua! Risurrezione, vita, gioia piena e senza fine. Quindi la liturgia, perché eucarestia, sia animata da canti improntati alla gioia e alla risurrezione. Desidero che la mia Salma riposi in attesa della risurrezione nel cimitero di Pralboino nella tomba di famiglia. Ancora grazie, Signore. Confido nella protezione di Maria Vergine e Madre.

Don Angelo Calegari