Si tratta di una costruzione semplice composta da due parti separate da un cancello in ferro battuto.
Una più ampia per ospitare i fedeli e l'altra più piccola dove è posto l'altare.
La santella si trova ad est del paese, in aperta campagna, in prossimità del Castellaro e sulla sinistra rispetto alla strada vecchia per Gambara.
Appare come protetta da alcuni maestosi sempreverdi e vi si accede mediante un camminamento in lastre di pietra.
Non si trovano facilmente notizie sul periodo di costruzione : l'ipotesi più attendibile lo fa risalire al 1700, forse sui resti di una precedente più
piccola.
Dalla testimonianza di alcune persone si sa che fino a poco tempo fa ogni anno e precisamente la terza domenica di ottobre ci si recava in processione per
particolari finzioni.
Da tempo, quindi, è testimone silenziosa e solitaria ( forse troppo !) di momenti tristi e poi anche felici della storia di Gottolengo ed è conosciuta dalla
popolazione con due denominazioni.
Chiesa del Lazzaretto: è stata infatti costruita in una depressione del terreno fiancheggiata dal fosso Guarinello e proprio dove si trovava il
Lazzaretto, cioè il luogo in cui erano costrette a vivere, isolate in quarantena, le persone che si ammalavano di peste o di colera
Il nostro paese, come tanti altri nel bresciano, nelle città e nei territori vicini, è stato teatro di numerosi episodi di pestilenze e di epidemie,
particolarmente tra il 1600 ed il 1700.
Queste gravi calamità erano dovute alla scarsità nei raccolti destinati all'alimentazione, a malattie delle piantagioni ma anche alla presenza prolungata di
truppe di soldati mercenari al servizio di signori in guerra tra di loro.
In tali circostanze la popolazione veniva decimata in breve tempo e solo pochi riuscivano a sopravvivere.
Si cercava allora di limitare il contagio destinando luoghi lontani dai centri abitati a coloro che apparivano infettati dalla malattia.
Nei lazzaretti ( così chiamati con probabile riferimento a Lazzaro morto e risuscitato da Gesù ) veniva inoltre scavata una grande fossa nella quale si gettavano non solo i cadaveri ma anche i moribondi, coperti man mano da uno strato di calce.
Del lazzaretto di Gottolengo si ha una generica testimonianza nel “ Libro dei Matrimoni” del 1630 ( come riportato in una recente pubblicazione di Bonaglia
e Superfluo) dove è registrato un matrimonio fra due “ ospiti” della struttura, alla presenza del prevosto e di due testimoni.
Un gesto di speranza in un'atmosfera di morte!
Chiesa di San Gottardo: è infatti dedicata a questo santo nato in Germania nel 960 e vissuto, fin da piccolo, a stretto contatto con l'ambiente
ecclesiastico.
Ricevuta la carica di vescovo per la sua profonda formazione spirituale e culturale, unita a grandi doti di umanità , decise di seguire la regola
benedettina non senza difficoltà e contrasti con i suoi colleghi.
A differenza di questi, preferiva predicare in pubblico e si recava di persona nelle case dei bisognosi e dei sofferenti per curarli e dare loro ogni forma
di aiuto.
Fece anche costruire un ospedale per accogliere gli ammalati ed un ospizio per i poveri ed i forestieri.
Per questo, dopo la sua morte, fu presto proclamato santo e la sua intercessione veniva implorata contro la febbre, le malattie epidemiche di piccoli ed
adulti ma anche contro le avversità naturali come la grandine e la siccità.
E' facile capire allora come le due denominazioni con le quali è indicata questa devota santella si possono ritenere più che mai appropriate!
Non va dimenticato che la stessa è stata arricchita, qualche anno fa, da un bel quadro raffigurante Gottardo in abiti vescovili con la mitra ed il
pastorale, secondo l'iconografia più diffusa.
L'opera è stata eseguita dal sig. Giuliano Giuliani su esplicito invito di Don Saverio Mori.
Infine è bene ricordare che il giorno di San Gottardo, il 4 maggio, è tradizione che la gente si rechi nei pressi della santella per un pic – nic in
compagnia.